Si può dire “no al colesterolo e sì a Valsoia”, quindi, ci permettiamo di dire “No alla vita sociale, sì a Sanremo”. Anche quest’anno ho assistito alle prime due serate della Kermesse musicale per voi e posso dirvi che con questo tenore di gioia musicale mancava solo Mariottide con le sue litanie tristissime ( meno tristi della canzone degli Stadio).
La parola d’ordine per il Festival di quest’anno, nuovamente condotto da Carlo Conti (coadiuvato da Madaline Ghenea e la divertentissima Virginia Raffaele) è stata “tristezza”: dalle scenografie alle canzoni, passando per i comici e soprattutto per gli incredibili e funambolici aneddoti di Garko, incomprensibili ai più, ma incomprensibili anche ai più eletti, infatti l’unico modo per capire cosa ha detto è controllare pagina 46 del prossimo numero della Settimana Enigmistica.
Come tradizione vi proponiamo il nostro pagellone e vi ricordiamo che è stato stilato da qualcuno a cui la musica pop italiana fa cagare, ma proprio tanto.
San”stone”remo (peggior interpretazione): Bluvertigo – “Semplicemente”. Morgan senza voce, volumi completamente sballati, ed un basso che non funziona (con correlata e pacatissima reazione di Morgan) fanno contorno a quella che è forse la più grande delusione di questo festival; mi aspettavo molto da loro, ed invece hanno fatto cacare.
San”plage”remo (canzone plagiata): Enrico Ruggeri – “Il primo amore non si scorda mai”/Irene Grandi – “La cometa di Halley”. Quest’anno c’è l’imbarazzo della scelta, ne abbiamo scelta una simbolica che forse è la prima che ci è saltata all’orecchio, ma potremmo anche citare Noemi, che plagia se stessa, ed Arisa che prende a piene mani da “La donna cannone”
San”diverti”remo (miglior canzone) : Elio e le storie Tese – “Vincere l’odio”. Siamo di fronte ad una vera e propria follia musicale; continui cambi di tempo, ritmo ed atmosfera rendono questa canzone una vera e propria divertentissima follia musicale. Musicalmente al limite dell’insuonabilità, riuscendo a stupirci nonostante più di 20 anni di carriera.
San”vince”remo (pezzo che merita la vittoria) : Francesca Michielin – “Nessun grado di separazione”. Pezzo dannatamente orecchiabile, cucito addosso alla ex vincitrice di X-Factor per poter piacere ai giovani per il testo e agli anziani per per la musica. Se cercate l’incarnazione dei canoni sanremesi, questa canzone li ha tutti.
San”cirisenti”remo (pezzo con elevata probabilità di passaggi in radio): Rocco Hunt – “Wake Up”. Una canzone ritmata molto radiofonica, ma di quelle che potreste trovare su ogni stazione su cui vi sintonizzerete. Allegra per il mortorio standard di quest’anno che almeno ha provato a fare qualcosa di diverso.
San”schife”remo (peggior canzone): Clementino – “Quando sono lontano”. Una canzone che non mi ha detto nulla, neanche una emozione di odio: il nulla; era come fissare un muro di foratini per quattro minuti. Neanche la Pravo ci scherza, ma almeno quella mi ha fatto arrabbiare.