L’estate è ormai uno sbiadito ricordo e ancora un lontano miraggio, e Pala dei Friendly Fires può essere la giusta medicina invernale. Il gruppo inglese, reduce dalle ottime critiche dell’omonimo (Friendly Fires) debut album, si presenta al pubblico con la voglia di rafforzare il consenso, fino ad ora più che soddisfacente in patria.
Continuando sulla scia indie/pop-rock ed impreziosito da sfumature elettroniche, Pala sviluppa in maniera decisa l’aspetto ‘danzereccio’, appena accennato nell’ LP precedente, dando vita ad un sound elegante e fresco. Schiacciamo ‘play’ e Live those days tonight regala immediatamente un ritmo incalzante e un ritornello orecchiabile, ricordo nostalgico di movimentate serate adolescenziali. Grazie a Hawaiian air il gruppo ci porta al largo del Pacifico, facendoci ballare con tanto di Lei appeso al collo, in pieno stile Ed Macfarlane . C’è spazio anche per momenti più pacati, come la title track, collocata non a caso a metà disco, che spezza la ‘concitazione’ della prima parte per permetterci di tirare una boccata d’aria, prima di scaraventarci di nuovo nella mischia. I Friendly Fires sono capaci di creare finissime trame musicali, e Pull me back to Earth ne è una dimostrazione: chitarra, tastiera, sax e synth si fondono alla perfezione in un turbinio di melodie. Un ultimo tuffo nel mare sonoro di Helpless, degna traccia di chiusura, e fuochi d’artificio in lontananza segnano la fine di questo pregiato lavoro.
Immaginate una spiaggia semi affollata, in un tardo pomeriggio di mezz’estate, il sole è sulla soglia dell’orizzonte e il rumore delle onde si confonde con il brusio di una folla danzante in riva al mare: buttatevi in mezzo. Bene, ora siete pronti per ascoltare Pala.