Socrates non è un editore a pagamento, né a doppio binario, non c’era nessun bisogno di specificarlo, ma a buon intenditor poche parole.
“Alice” di Judith Hermann uscirà il 10 gennaio e noi di Trashic Magazine siamo onorati di averlo potuto leggere in anteprima.
“Alice” non c’entra nulla col paese delle meraviglie, e Judith Hermann non è Lewis Carroll, ma c’è comunque della magia nei cinque racconti che insieme danno vita ad una sorta di romanzo di formazione alla perdita.
Alice è un romanzo quindi, in cinque atti, ognuno dei quali dà vita ad una sorta di catarsi dei sensi, nel lutto.
Semplice chimica e differenza di potenziale e/o concentrazione, un vuoto porta ad un riempimento, lento, macchinoso, sofferto, ma in ogni caso ineluttabile. Di solito ci vogliono tre anni per elaborare il tutto.
Una scrittura asciutta ed ermetica; proposizioni brevi, molecolari, tuttavia intensamente vivide. Non saranno mai banali, lunghe ed ovvie parabole descrittive pullulanti di pomposi aggettivi a dettare (o peggio imboccarvi) le caratteristiche dei personaggi; i protagonisti salteranno fuori dalle pagine, perfetti e sicuri praticamente da soli. Tutto è da immaginare, ma tutto è già stato deciso. Nonostante lo stile quasi Bukowskiano (ma solo per forma), tutto è chiaro: i colori, il clima, gli odori, gli sguardi, le parole non dette sospese negli imbarazzanti silenzi.
Con precisione matematica e sensibilità fanciullesca, per semplicità e forza, Judith Hermann dipinge i sentimenti più intimi, le sensazioni più nascoste.
Un libro che vi trasporterà tra freddi paesaggi nordici e assolate terrazze italiane, passando per viali del tramonto, malinconiche piscine comunali e negozietti tristi.
Un libro invernale, da leggere in poltrona, sotto il plaid. Un libro candido, da regalare. Una sorta di dolce e involontario manuale post-lutto.
Alice e/è il miracolo della vita dopo ogni perdita.
Forse è perché ci ho scritto una tesi sopra ma io amo Judith Hermann e penso, veramente, che sia una delle poche novità interessanti nella letteratura di questi tempi.
la hermann è assolutamente riconoscibile nello stile e questo in ogni caso è un punto importante a suo favore. sicuramente una “novità” interessante. Socrates ha pubblicato due sue opere, ci crede molto.