Un mese dall’uscita.
Quando l’arte non genera dibattito non ha senso di esistere.
Questo è il triste caso dell’ultimo film di Abel Ferrara: Pasolini. Tutti d’accordo sulla somiglianza dell’ottimo Willem Dafoe. Altrettanta omogeneità d’opinione sul “valore” dell’opera: discutibile.
L’aspetto più irritante è l’assenza di un potenziale target a cui rivolgere il film: chi conosce a pieno Pasolini, la sua vita, le sue opere non troverà nulla di nuovo, potrà solo “entusiasmarsi” per il gemello Dafoe e per l’apparato scenografico; chi invece è andato per comprendere meglio il personaggio uscirà dal cinema con un pugno di mosche: i riferimenti alle opere sono chiari solo ad un pubblico ferrato, i personaggi che appaiono nell’arco della narrazione si limitano a mostrarsi. Figuranti, per di più assolutamente inutili agli eventi a quanto pare.
Le opzioni sono quattro:
1 Ferrara mosso da grande reverenza e umiltà si è limitato ad “omaggiare” la figura del Poeta, con un film sostanzialmente senza capo né coda; e allora “OK è solo un omaggio, stacce!”
2 la carne al fuoco era troppa e Ferrara nel dubbio si è occupato di pochissimi aspetti [e infatti il film dura anche clamorosamente poco]
3 Ferrara si è lanciato senza rete su un progetto troppo complicato dal quale era veramente difficile – direi anche impossibile – tirar fuori qualcosa che allo stesso tempo avesse cazzimma, originalità, valore enciclopedico e valore cinematografico; “e allora ok stacce!”
4 film – così com’è – decisamente inutile. punto.
Qualunque sia la vostra specifica opinione vi sfido a negare che si tratti di un flop.
Se le modalità di narrazione potrebbero anche raggiungere qualche (sparuto) consenso [non vedo come: il film infatti è sostanzialmente una serie di sketch slegati], la regia è assolutamente indifendibile. Uno stile vecchio e poco dinamico si somma a momenti che hanno generato imbarazzo in sala (almeno tra i pochi presenti): quando ad esempio si tenta di ricostruire il Porno-Teo-Kolossal incompiuto di Pasolini ed Eduardo.
“Cazzo, cazzo, vaffanculo! Figa, figa vaffanculo!”.
Un tentativo che, salta all’occhio, risulta maldestro.
[Menzione speciale per le scene di sesso orale: quelle sembravano assolutamente vere. Pedanti, anche quelle inutili ma ben girate. Niente da dire.]
Ottima anche la scena dell’intervista. E le musiche.
Resta però una sconfitta su molti fronti questo Pasolini. A parte Dafoe e le ambientazioni, davvero, poca roba.
Poi dice bene Marco Giusti (vate assoluto. indiscusso.) un film su Pasolini avrebbe dovuto girarlo chi in quegli anni c’era stato; un Bertolucci magari.
Che lo guardiate o meno [guardatelo dai, alcune scene – poche – sono molto buone]: spaghetti aglio, olio e peperoncino e petto di pollo.