Come ogni anno, le maggiori band Folk Metal fanno tappa in Italia (all’Estragon di Bologna) in un Tour che tocca tutte le nazioni europee; il bild di quest’anno era costituito da (in ordine di apparizione): Solstafir, Heidevolk, Negura Bunget, Primordial ed Eluveitie. Mi hanno molto sorpreso i rumeni Negura Bunget, che con strumenti molto poco utilizzati nel metal (“flauto di Pan” uber alles) sono riusciti a creare sonorità molto particolari ed interessanti. La nota stonata della serata forse sono stati i Primordial, non tanto per le capacità (indiscutibili), ma per la qualità del suono pessima dovuta forse ad un soundcheck poco attento (livelli delle chitarre molto sbilanciati). Alle 23 arriva sul palco la band più attesa della serata, gli Eluveitie, freschi di pubblicazione di “Helvetios”. Dopo l’introduzione “Prologue”, l’esibizione si apre con la title track “Helvetios”(appunto) e continua con “Luxtos” (la stessa apertura del CD insomma). Molto controversa la scaletta (come sesto pezzo viene proposta la hit “Inis Mona”) anche se apprezzatissima dal pubblico. Dopo la sorpresa “Nil” (tratta dal precedente “Everything remains”), vengono pezzi più recenti come “Meet the Enemy”, il singolo “A Rose for Epona” e “Alesia”, insieme ai più datati “Thousandfold”, “(Do)minion” e “Calling the Rain”.
Dopo solo 40 minuti di concerto la band propone “Tagernako” (miglior pezzo della serata) che classicamente rappresenta la chiusura dei loro concerti stupendo non poco il pubblico, ed insinuando il presagio della fine. Dopo qualche minuto di buio la band ritorna sul palco per suonare altri tre brani, tra cui “Scorched Earth” e, la traccia conclusiva “Havoc”. Una bella serata @Estragon che nonostante tutto lascia un po’ l’amaro in bocca per la scelta dei pezzi in scaletta: mancano infatti “Slania song” (pecca mortale), “Primordial Breath”, “Quoth the Raven” e “The Siege” (Meri Tadic mi ha spiegato dopo il concerto che era impossibile suonarla a causa dei problemi di voce di Anna Murphy). Post concerto quindi ho avuto anche la possibilità di farmi autografare il loro ultimo CD, e di scambiare due chiacchiere con alcuni membri della band, soprattutto con Siméon (chitarrista). La perfetta conclusione di un eventone che resterà nella memoria del pubblico soprattutto per all’esibizione del combo svizzero.