Recensioni

METAMORPH, Giuseppe Casa


Prima che cominci la recensione devo fare outing: Giuseppe Casa è uno dei miei autori preferiti. Le sue due prime uscite “Veronica dal Vivo” (Transeuropa) e “La Notte è Cambiata” (Rizzoli) rappresentano per me più di un feticcio. Quest’ultimo (METAMORPHFoschi Editore – Collana “i Narratori” a cura di Eraldo Baldini), lo giuro, non è da meno.

Dice bene Carnero (anticipandomi di parecchio) sul Sole 24 Ore: Metamorph è un mix di generi. Io aggiungerei “polifase”, vista l’ambientazione.
Non lo diresti fino alla fine tanto è omogenea l’emulsione, poi dopo l’elaborazione emotiva del testo, con l’analisi lucida cominciano a saltar fuori uno dopo l’altro il romanzo d’inchiesta sociologica, il dramma familiare, il giallo, il noir e primo fra tutti il thriller psicologico e psicotropo.

Lorenzo Barbieri è un ricercatore precario quarantenne, ha una moglie snob e a tratti algida, un figlio che guarda solo film horror e manifesta tutti i sintomi della sindrome di Asperger, in realtà – forse – è solo parecchio strambo.
Lorenzo è un individuo tendenzialmente asociale e strafottente che tuttavia mantiene una visione romantica dell’esistenza, è un sognatore coi piedi ben piantati a terra e con qualche grande rimpianto sul groppone. Sul posto di lavoro – nonostante i mille contrasti con il capo e con Pierfancesco, sua lecchina e raccomandatissima nemesi – si muove con sicurezza e passione tra roditori, Becher, Beute e Burette. Questa sua indole – tutto sommato positivista – viene però lentamente demolita e fagocitata da un contesto complicato, cinico e vessatorio: le ingiustizie in laboratorio, la crisi coniugale, l’incomunicabilità con un figlio difficile, tutto questo basterebbe a metterlo in crisi, ma arriverà inevitabile il punto di rottura, impersonato da Sabrina, amante e valvola di sfogo prima, ossessiva stalker patologica poi.
Lorenzo si troverà al centro di un vortice di dilemmi personali tanto gravi quanto realistici e possibili, che lo porteranno ad un crollo verticale e drammatico.

L’atmosfera fredda e di crudele ineluttabilità che pervade il romanzo abbraccia in pieno tutte le caratteristiche care a Giuseppe Casa: i personaggi grotteschi e ben delineati, lo humour nero, il ritmo vertiginoso, il realismo pressante. Tutto è vero, plausibile e fatale.

E’ la sceneggiatura perfetta per il Nolan di “Memento”, per il Cronenberg di “Videodrome” e “Spider”, per il Brad Anderson di tutte le stagioni; la scenografia è la Milano ottusa e mondana che enfatizza ogni solitudine; la colonna sonora è vasta ed eterogenea, i nomi segnalati sono un vero è proprio Easter Egg da scoprire un capitolo dopo l’altro (Alien Sex Fiend, Interpol, Skeletal Family, Frank Zappa, Pixies, Otis Redding, Einstürzende Neubauten, Therion e molti, moltissimi altri)

Il testo è fitto e veloce, l’ironia tagliente, lo stile è un marchio di fabbrica riconoscibile, arricchito sul finale da un paio di trovate spiazzanti.
“Metamorph” è un thriller psicologico cazzutissimo che meriterebbe davvero una trasposizione – come si deve – sul grande schermo. Perfetto sarebbe il Jeff Goldblum di venti (al massimo dieci) anni fa, ci vedrei bene anche Sam Rockwell, ma per carità, vi prego, se si dovesse girare in Italia, No a Beppe Fiorello!

Qui Giuseppe Casa presenta Meramorph a Teledurruti (di e con Fulvio Abbate)
http://youtu.be/uDjP_1IFrKU

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About E. A. Paul

Un mattino, al risveglio da sogni inquieti, E.A.Paul si trovò trasformato in Enrico Beruschi
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