Mapuche a Forte Fanfulla, di nuovo. Ed io ci torno. Nel pubblico scovo Dr.Panico (all’anagrafe Filippo De Lisa). Ci presentiamo – io lo conosco e lo apprezzo già da tempo, lui no – e ci facciamo qualche giro di vino a buon mercato. Offre lui. Io sono a stomaco vuoto, lui sembra accusare meno. Gli chiedo di scambiare due chiacchiere per il sito. Accetta. Con me sbronzo e il Dr.Panico in ritardo per un altro appuntamento, comincia l’intervista col rapporto lunghezza/approssimazione più sconcertante nella storia del giornalettismo musicale.
Partiamo dal nome: “Dr.Panico”, come si scrive? Come si pronuncia? (ricordo di aver letto da qualche parte un tuo commento in cui ti dissociavi dalla versione “Dottor Panico”)
Guarda te la faccio semplice, non sapevo ancora usare facebook e commissionai la creazione della pagina a mio cugino TEO (che saluto). Lui aprì la pagina con un nome sbagliato. All’inizio la cosa mi infastidì, “che cazzo hai combinato!?!”; poi invece cominciò a farmi ridere il primato demenziale della pagina col nome sbagliato. Ma forte di questa svista, adesso se vai su youtube, che tu scriva “dottor panico” o “dr.panico”, in ogni caso mi trovi tra i risultati. Tra le tag(s) insomma mi toccava aggiungere anche “dottor panico”.
Solo da un po’ ho smesso di scrivere anche “figa”, “tette”, “porno”. Ma adesso che le tag(s) non sono più visibili, a pensarci bene potrei ricominciare.
Insomma si legge “dottor panico” si scrive “Dr.Panico”, senza spazio.
C’entra qualcosa il Dr. Pira con la scelta del nome, visto che il logo è opera sua?
No no, è stata solo una coincidenza demoniaca. Ho conosciuto il Dr.Pira solo qualche anno dopo ( voglio dirlo, bell’artista e bella persona). Gli scrissi quando davvero non ero nessuno, già adesso non sono Michael Jackson, ma immagina allora; insomma gli scrissi e mi ha preparato il logo. Le prove del logo erano deliranti: in una c’erano disegnate delle palme, in un’altra il simbolo del dollaro fatto col la bomboletta spray…
Seguendoti ho visto che registri/registravi parecchie interviste a rappresentanti del panorama underground. Ma oggi, nell’era di Facebook e Twitter – in cui se produco qualcosa di veramente fichissimo c’è una buona probabilità che questa on line venga notata e passi in un attimo dall’ombra più totale alla viralità – esiste ancora un panorama “underground”?
Sottolineo che FACEVO interviste. Non le faccio più, anche perché ho intervistato tutti quelli che avrei voluto intervistare. Non lo faccio più perché – e questa è la motivazione romantica – se un tizio qualunque andasse a vedere davvero tutte le cose che ho scritto e fatto, tra interviste, articoli ecc diventerei il suo idolo, ma dato che questo non avverrà mai, meglio non esagerare: si correrebbe il rischio di passare alla storia solo come “quello che faceva le interviste”. Dopo un po’ mi sono rotto il cazzo, ecco.
Detto questo, sì, con la tecnologia moderna si può arrivare dall’oggi al domani ad una grande platea. Il problema è che bisogna riuscire a piacere a TUTTI, sembra una cosa stupida, ma non è facile scrivere “una vespa special che ti toglie i problemi”. Una canzone “”banale””, che possa riscontrare i gusti di tutti non è facile da inventare. Io lo ammetto c’ho provato. Prima ero un punk di quelli duri, avevo un gruppo “i Laccio Emostatico” che già il nome dice tutto, e poi ho suonato negli “ScansaFàtiche” (l’accento è sbagliato apposta); e quando ho dato vita al progetto Dr.Panico avevo un’idea chiara in testa: “ora, davvero, inizio a creare qualcosa che possa piacere a tutti”, e tutt’ora non so se ci sono riuscito. Forse un paio di volte, con “Portami via eutanasia” forse sì ad esempio. Il problema è che quando uno come me crea qualcosa di potenzialmente piaciona e troppo orecchiabile, comincia ad odiare quella creazione e ad odiare se stesso.
Quindi non riuscivo più a suonare la mia “io vagabondo che son io…” (“portami via eutanasia”), non la sopportavo. Era una delle prime canzoni che ho scritto, e ho dovuto cancellarla. Quando incontrerò il cantante dei nomadi, gli chiederò “cosa pensi di te ogni volta che partono quegli accordi lì, ad ogni santissimo concerto?”. Glielo chiederò! Magari lo chiedo anche a Mal dei Primitives.
Povero Mal!
Ma quindi è per questo motivo che non trovo più sul web il video di “Portami Via Eutanasia”?Peccato, io c’ero andato in fissa.
Sì, non c’è. Tra l’altro mi viene adesso in mente, che non mi hai chiesto del nome, del perché, strano. Ricordo che risposi in un modo abbastanza simpatico in un’altra intervista.
E dobbiamo ridirlo?
Ma sì ridiciamolo.
Ok Ridiciamolo!
Risposi alla simpaticissima Nadia di KeepOn (saluto anche lei)…
Com’è? Merita? Gli chiedo l’amicizia su facebook!
Dai, non divaghiamo…
Ok scusa…
Credo stia a Bologna oltretutto, lascia perdere. Mi chiese perché mi chiamo Dr.Panico….
Io volevo evitare (lo giuro)…
Eh, lì per lì però ebbi un guizzo intellettualoide che mi piace ricordare. Sembra una cazzata, ma ormai per me è serissima. Mi chiamo Dr.Panico perché è un nome di merda. Segui il ragionamento mi raccomando…
Ok ci sono…
Ecco. Lo scelsi cinque sei anni fa, non ricordo quando. E questo Dr.Panico – nome di merda – mi fa capire, ogni volta che mi confronto con questa scelta, che bisogna affrontare i propri sbagli, e che spesso non si possono cancellare. (Cosa che invece ho fatto, eliminando per quel che potevo “Portami via eutanasia”). Alcune cose sono INDELEBILI, tipo il nome Dr.Panico. L’hai scelto e mo’ t’attacchi ar cazzo. Non puoi sempre essere quello che ti piace.
Io parto dal presupposto che di musica (tecnicamente) non capisco un cazzo…
Eh si vede. Si vede…
(ndr, E qui incasso un grandissimo smacco. Ma ero sbronzo e non gli ho dato peso. Adesso però fa un po’ male!)
…vado per suggestioni, come Maria De Filippi. E le immagini che la tua musica mi suggerisce, mi appaiono legate alla vita da studente fuorisede, al precariato, ai frigoriferi mezzi vuoti, al limonare con una che hai conosciuto la sera stessa, di fianco all’amica cicciona che sta lì pronta a separarvi al minimo sgarro, all’amaro lucano. Quello che avverto è sbagliato? Anche tu credi di inviare questo tipo di messaggi (subliminali)? O non c’ho capito una minchia?
Comincio raccontandoti questo: mentre tornavo a roma da Potenza ho messo sul cellulare l’album che fu, ai tempi, anche la prima musicassetta che avessi mai ascoltato. “Va bene così” di Vasco Rossi. Ascoltandola in viaggio mi sono accorto che mi piacevano da morire due canzoni: una che si chiama appunto “Va Bene Così” (o “Va Bene Va Bene Così” ,non so quante volte lo dice), una che si chiama “Ogni Volta” e l’altra era “Bollicine”.
Sono tre così…
Vabbeh, non contiamo “Bollicine”, che non c’entra.
Ok…
Eh insomma, mi sono ricordato che a dieci anni io già mi commuovevo con “Va Bene Va Bene Così” (o “Va Bene Così”) e “Ogni Volta”. Assurdo. E quindi da questo ho capito che sono sempre stato un malinconico andante. E quindi nelle mie canzoni scrivo di questo. Sempre con un mix tra il malinconico ed il cazzaro parlo di situazioni difficili e trasversali che riguardano molti giovini, e studenti, che magari si sono appena lasciati con la ragazza o magari si lasceranno. “Per dimenticare te, io me ne andrei all’estero, ad ubriacarmi un po’ e sarà tutto un Hi, Hi , Hi”. Io son così, e nelle canzoni viene fuori questo. Parlo di cose che conosco e che credo riguardino tutti. Eh allora parlo di giovini un po’ sbronzi un po’ no, un po’ precari un po’ no. Poi non c’ho mai voluto mettere un messaggio politico diretto, ma tra le righe qualcosa si evince: “se io non ho un lavoro, magari ci vediamo di più, però non so se durerà” ad esempio; insomma parla di un disoccupato che sta sempre a stretto contatto con la ragazza, e questo causerà probabilmente la loro rottura.
Sai, mi sono lasciato da poco, e riascoltando alcuni pezzi, mi son reso conto che esprimono bene alcune mie sensazioni di adesso. Rispecchiano il mio mood. Anche se quando le ho scritte ero felicemente impegnato.
Tornando all’aspetto “musicale” e premettendo come sempre che non ho nessuna competenza “tecnica” (devo specificarlo, è umiliante ma mi paro il culo da parecchie – giuste – critiche ndr), le tue basi sembrano molto “semplici”. Sembra, e ripeto sembra, che l’intenzione sia quella di creare una base che serva prevalentemente ad evidenziare e cadenzare un testo importante. E’ così? E’ una scelta ragionata a priori o nasce spontaneamente per un tuo gusto personale?
Più che semplice, direi poco dinamica. La batteria elettronica di cui mi avvalgo è appunto caratterizzata dalla produzione di suoni tutti della stessa potenza. E sì quindi, è fatto apposta. Come ti ho detto prima (quando non avevo ancora attaccato il registratore ndr) sono un fan dell’hip hop, e quindi ho voluto cercare di mischiare l’hip hop con la canzone d’autore. Se tu metti nello stereo una canzone con la batteria elettronica ti pomperà in un modo tutto uguale magari, come nel rap. Ma ha una cadenza cassa/rullante che una batteria registrata (campionata) non avrebbe, e questa cosa m’è sempre piaciuta. Il mixaggio (il mastering) del disco non a caso è opera di due rapper : Swelto e Negrè, che saluto! (Con Swelto ho fatto il mio primo beat rap per un pezzo intitolato “E’ tutto inutile”). E quindi ho cominciato il progetto del CD avendo in mente il beat: cassa, rullante e la voce. Poi dopo la seconda parte è risultata molto più acustica. Ho registrato tutto io, a parte il sax e nel live di conseguenza, il suono risulterà leggermente diverso. La batteria elettronica viene suonata live, come il basso, non ci sono campionature. Nessun loop, a differenza del cd.
Quindi sì, in sintesi questo tipo di sound è assolutamente voluto: mi piace l’idea che attraverso il beat la musica possa protrarsi all’infinito, e figurati che c’è chi mi ha criticato perché le mia canzoni sarebbero troppo lunghe.
C’è chi ama tutti i propri dischi indifferentemente, di un’amore spassionato e privo di senso critico. Per te è così? C’è una differenza per te tra il primo lavoro “Ho il cuore in erezione” e quest’ultimo “So’ Ragazzi”?
Il primo mi fa schifo. E’ tutta n’altra cosa. Ha un’andazzo molto più punk. Più à la CCCP con la batteria sempre con suoni veloci. Mi fa schifo. Non so perché. Fosse per me lo cancellerei proprio.
Ma dobbiamo scriverlo?
Eh, se vuoi.
Ok…
Ogni anno divento il contrario di quello che ero l’anno prima: l’anno scorso non facevo un cazzo dalla mattina alla sera, ero fidanzato e odiavo gli animali; oggi lavoro dalla mattina alla sera, ho un cane e sono single. Prima suonavo musica molto più veloce ed ero solo, ora suoniamo musica più lenta e siamo in quattro. Non so perché. Ogni anno mi rinnego. Bisognerebbe parlarne con l’analista.
Che genere ti ha influenzato maggiormente. Hai subito delle influenze di genere o più precisamente da qualche cantautore in particolare?
Ho sempre cercato di non avere influenze. Ascolto di tutto anche le cose più schifose. In questi giorni sto ascoltando Venditti e Califano, e a proposito di Califano apro una piccola parentesi : io c’ero al concerto due settimane fa, l’ultimo qui a Roma, potevate andare lì piuttosto che presentarvi al suo funerale con gli striscioni, ad applaudire e a fare i cazzoni. Bastava andare due settimane prima al Sistina. Io c’ero, ho pagato 26 € ma ne è valsa la pena. Fondamentalmente ascolto musica da radio lavorando in pizzeria: che so Renato Zero, Venditti, Luca Carboni, qualcosa di Eros Ramazzotti. Non so, anche Ramazzotti, ho imparato ad apprezzarlo…
Con la forza intendi…
No. A me fondamentalmente piace la musica pop, quella classica, col ritornello.
Qualcuno mi ha detto che faccio la parodia di quel tipo di musica da radio. Una musica melodica, dolce, melodicamente dolce, con ritornello, strofa, e variazioni. Io ci aggiungo un’attitudine un po’ più barbona e punk.
Faccio la parodia.
Un libro, un film ed un musicista IMPRESCINDIBILI. E chiudiamo!
Sempre per seguire un certo gusto pop: AMMANITI (in particolare TI PRENDO E TI PORTO VIA, che mi ha fatto morire dalle risate, e mi ha dato da pensare). E poi non vorrei fare troppo il figo,mi fermo qui…
Ma no, vai pure, sono curioso…
…e allora devo dire che apprezzo molto anche Jonathan Coe, e Ballard…
Per quanto riguarda i film, tutto Rob Zombie. E poi non vorrei sparare nomi assurdi…
Guarda che oggi fare l’alternativo significa dire “mi piace Muccino”…
A me Muccino (quello grande) non dispiace!
Non hai visto l’ultimo mi sa…
Eh no, non l’ho visto!
Ah ecco!
E per quanto riguarda la musica: Luca Carboni.
Perfetto. Ha un certo non so che di trash Luca Carboni.
A me piace Luca Carboni. Mi piace sul serio.
Embè, allora abbiamo finito.
Ok basta. Buonanotte.