Ci siamo: 200 articoli.
Quando il sito era ancora un’idea (a fine 2009) eravamo convinti di arrivare a stento ad una ventina di pezzi, consci della nostra pigrizia e della nostra incostanza cronica. E invece eccoci qua. Trashic Magazine è cresciuto e procede per inerzia ormai da tempo. C’è chi scrive e chi ci segue, chi fa entrambe le cose, chi nessuna; è la passione a muoverci e poco altro. Nient’altro anzi.
Volevo approfittare di questo evento (inutile) che funge da pietra miliare per scrivere un resoconto breve.
Pochi siti spaziano su vari fronti come il nostro, c’è chi giustamente lo ritiene un difetto: è un problema trovare un “target” ideale quando si trattano con la stessa enfasi “minzioni”, Kant, editoria indipendente e TruceBaldazzi.
Noi però riteniamo sia liberatorio prendersi poco sul serio e scrivere, per passione, di quello che ci piace e pare, trasmettendo a quei pochi lettori appassionati il nostro amore per la robaccia e per i piccoli gioielli (dell’editoria, della musica, del cinema) che passano inosservati a causa di una informazione satura di inutilità e bagatelle da gossip.
Trashic Magazine prosegue con disarmante coerenza disomogenea un percorso cominciato qualche tempo fa e che tra alti e bassi (mortali pause di interi mesi, problemi tecnici, cambi di layout) ci sta portando passo dopo passo verso un ineluttabile miglioramento.
Scontati i nostri obiettivi subliminali: la conquista del mondo, perdere 5 chili prima che sia giugno, l’abbassamento dell’età pensionabile a 37 anni, apparire sul sito Filmbrutti.com (baluardo VERO), la chiusura della casa editrice Albatros(Il Filo) e la distruzione della TV generalista, nostra nemesi.
Abbiamo firmato un contratto con gli utenti: se non riusciremo a portare a termine almeno quattro dei sei punti sopraelencati, non ci ripresenteremo al prossimo noleggio domini su Aruba.