Proprio oggi che è l’8 marzo, la redazione di RosaTrashic non poteva astenersi dal dire due parole per celebrare la Nostra Festa…
Ma altro che festa delle donne! Altro che brindisi e trenini AEIOUipsilòn!
Concediamoci pure la famosa serata tra ragazze, continuiamo pure a dirci quanto siamo belle&brave e a regalarci mimose a vicenda, ma teniamo a mente una cosa: l’Italia continua ad essere tra i paesi più arretrati in fatto di emancipazione femminile. A livello europeo facciamo più che schifo. No, davvero: siamo desolanti.
Sparo un po’ di dati, tanto per farci un’idea.
Dalle ultime statistiche risulta che nel nostro Governo le donne sono solo il 20% (mettici poi che parte di questa percentuale è lì per i motivi che sappiamo e siamo a cavallo), mentre in Svezia, Spagna e Finlandia sono più della metà. Il nostro è il tasso di occupazione peggiore in UE, solo il 45% di noi è una donnina in carriera, e guadagniamo il 37% in meno dei nostri Penuti Colleghi. Le manager in Italia sono solo il 2% contro il 23% della Scandinavia.
Certo le leggi non sono dalla nostra, siamo messe maluccio soprattutto per quanto riguarda il lavoro (tornare al proprio posto mantenendo lo stesso ruolo e lo stesso stipendio dopo una maternità è ancora quasi impossibile…) e la salute: la pillola abortiva che abbiamo faticosamente conquistato solo nel 2009 in Francia è in uso già dall’88.
Mah, almeno siamo quelle che fanno più sesso: il 59% di noi lo fa almeno una volta a settimana, che, voglio dire… niente non è! Se non fosse per un dettaglio: solo il 29% di noi ragazzuole italiane ingolla la pillola, contro il 34% della media UE. E cominciamo ad utilizzare regolarmente contraccettivi alla veneranda età di 20 anni, ossia quando siamo già da un bel po’ rodate e smaliziate, azzarderei ad ipotizzare.
Ora, non cominciamo con i piagnistei sull’oppressività di una società patriarcale e machista: la colpa non è solo del maschilismo, è troppo scontato dare tutta la colpa agli ometti.
La colpa è pure nostra. Perché il vero problema delle donne sono le donne stesse, a volte.
Quelle donne che incarnano le peggiori immagini di donna oggetto, di donna passiva, di donna bella statuina, mandando più o meno definitivamente a puttane le battaglie di chi, per farsi sentire, ha rischiato (e perso, spesso) la vita.
Allora, il consiglio di RosaTrashic è di passare la serata in maniera ALTERNATIVA!
Invece di mescolarvi alle strillacchianti orde di ragazzette che passano l’8 marzo cantando patetiche canzoncine alla Jo Squillo e autocelebrandosi in un tripudio di soldi e tempo sprecati in avvilenti spettacolini di striptease maschile, come se affrancarsi dal mondo maschile significasse identificarsi nel suo più bieco stereotipo, siate uniche e speciali!
Fatela, una bella cena! Invitate le amiche più care e passate una serata all’insegna delle Vere Donne! Leggetevi insieme un libro di o sulle Donne (vi consigliamo Mary Shelley, Jane Austen, Alda Merini), guardatevi un film o un documentario (potete spaziare da “Volevo i pantaloni” alla filmografia completa di Almodòvar, a qualunque film con la Magnani), ascoltatevi
qualche cantantessa con le palle ( Janis Joplin, Lauryn Hill, Siouxsie, Rosa Balistreri che fa tanto revival)!
E magari, invitate anche i vostri amici maschietti: invitate chi vi ha scelte come amiche, come compagne, come confidenti, e condividete con loro questa serata.
Otterrete una festa che tra una cazzata e l’altra sarà anche un momento di riflessione.
Per ricordare chi con il sacrificio ci ha permesso, oggi, di essere libere di cantare, suonare, dipingere, lavorare, curare la nostra salute, votare. E per ricordare chi ancora oggi lotta per far sentire la voce della sensibilità femminile e dei suoi bisogni, così diversi ma in fondo così simili a quelli maschili.
Autocelebrarsi non serve, serve mettersi in gioco, ancora e ancora.
Madonna mia che pesanti sono i film di Almodovar. Io consiglio un bel film porno femminista di Erika Lust, senza tutti i cliches dei porno maschilisti.
Ne ho visionato uno. Mah… secondo me non era un granchè… secondo me i cliches ci sono, e tanti… e poi che due palle tutto quel dialogo! mi stava venendo sonno.
Il fatto è questo: o fai un film porno e quindi deve essere porno, senza scenette patetiche e davvero molto improbabili all’inizio, o fai un bel film con una storia che abbia almeno qualcosina di interessante e che poi ha pure scene di sesso esplicito… no?
IO consiglio la MOSSA KANSAS CITY ( come la chiamano in gergo…)
PARAPAPA’ ….
Mi spiace che Erika Lust sia stata così deludente. Ammetto che non ho visto neanche mezza sua pellicola, ma sulla carta sembrava promettente.
confermo … erika lust … grande delusione … l’unica differenza rispetto ai porno classici … è che le donne parlano!
parlano. ………e dicono cose noiose.