E sbatto il pugno sul tavolo.
Lo faccio mentre guardo l’orologio e il capo che guarda che guardo l’orologio.
E insieme che guardiamo l’orologio.
E siamo in due.
Anzi in tre.
Lui si sbatte la segretaria .
Lui ha tre figli, una casa enorme , villa con vista-mare, un cane di razza che gli piscia in giardino , una suocera che gli caga soldi in salotto e una moglie made in China che gli cucina il sushi made in Japan.
E poi si sbatte la segretaria dagli occhi a mandorla con le sue noci e quel suo tartufo enorme.
Apparecchia la scrivania .
Una piazza e mezza. Due. Extra-large.
A scacchi. Bianca e nera.
New-style. Una figata ,insomma.
Una di quelle che il capo può permettersi nel suo nuovo-nuovissimo-profumato-ufficio-deluxe-relax.
Io non amo gli scacchi.
Non ho un ufficio deluxe-relax e neppure mezzo materasso Eminflex.
Non ho neppure una scrivania tutta mia.
La condivido con una piccola pianta bonsai , il PC, la stampante, lo spigolo della porta, il il porta-bicchiere, il porta-cellulare, il porta-penne, il porta-tabacco,il porta-cd, il porta-cenere ,il porta-occhiali , il caffè macchiato.
E intanto…
Chiudo il cassetto porta-documenti e il “Caffè nero bollente” di Fiorella Mannoia esplode spalmando le sue piastrine alla nitro-caffeina sul bloc-notes di pelle lucida e argento vivo.
Occorre un porta-caffèmacchiato.
Prendo appunti…
(…)