Avete presente quando scrissi dei disordini in Brasile? Delle rivolte popolari per il caro trasporti e per gli ingenti costi delle rassegne che il Governo aveva deciso di organizzare in terra carioca? Scrissi anche, con moltissimo ottimismo e altrettanto pressapochismo, che il rincaro dei biglietti dei mezzi pubblici era stato annullato e della conseguente vittoria dei manifestanti. Nulla di più falso: gli indignados continuano ad essere incazzati neri e chiedono una riforma del sistema sanitario e scolastico oltre a un aumento dei salari. Il popolo può contare sulle manifestazioni di solidarietà di personaggi illustri come la Facebook star Paulo Coelho e i calciatori Neymar e Hulk. In realtà l’appoggio migliore su cui i manifestanti hanno potuto contare è quello dei dissidenti, che quando aprono bocca dicono stronzate. È il caso di Pelè, ma soprattutto della FIFA, secondo la quale “il torneo verrà sospeso se continuano i disordini”. Mi immagino le gambe degli indignados tremare manco fossero al Carnevale di Rio all’idea che il torneo che stanno boicottando venga sospeso.
Proprio a causa delle rivolte, particolarmente accese a Bahia, la partita tra Italia e Brasile è stata messa pesantemente in discussione. Alla fine si giocherà e questa sera verso le 23:00 sapremo chi affronteremo in semifinale. Contro i padroni di casa dobbiamo vincere per arrivare primi ed evitare la Spagna. Squalificato De Rossi e infortunato Pirlo, Prandelli dovrà reinventarsi il centrocampo. Presumibilmente giocheranno Marchisio e Aquilani, lo stesso Aquilani tolto dopo 28 minuti contro il Giappone perché raccapricciante e indecente. Onestamente mi preoccupa di più la difesa, quella capace di prendere tre gol (di cui uno di testa) dal Giappone e che se la vedrà con Neymar, quel fenomeno che sta facendo le stesse cose che fa nel campionato brasiliano, dimostrando di essere un fenomeno indipendentemente dalle difese che ha davanti. Io, da grandissimo esperto di ‘stocazzo, metterei Chiellini sulla stessa fascia in cui opera Neymar, sperando che lo Juventino picchi come gli si confà. Il problema è che questo Brasile è diversissimo dagli altri. È sicuramente meno tecnico, ma ha solidità ed equilibrio. Inoltre ha una difesa molto forte e quando l’obbiettivo è fare un gol più di loro questo potrebbe essere un problema.
Tuttavia la partita assume un’importanza relativa se paragonata alla possibilità che avremo di sentire gli opinionisti Rai, esperti del calibro di Bartoletti e Zazzaroni, fare disamine e approfondimenti su quanto siamo stati bravi e su quanto in alto possiamo puntare (in caso di vittoria), su quanto ci manca per competere con i top club, su quanto alta fosse la nostra testa all’uscita dal campo (in caso di sconfitta) o su quanto poco mancasse ad arrivare primi nel girone e su quanto pesi l’errore di Barzagli o la pessima prima mezz’ora contro il Giappone nel computo della differenza reti (nel caso di pareggio)
Contemporaneamente scenderanno in campo Messico e Giappone. Entrambe le squadre hanno sempre perso e questa partita vale, citando Lucci, quanto un cazzo e un barattolo. Quindi ne ho già parlato troppo.
Nel frattempo il Gruppo B ha confermato tutte le indiscrezioni della vigilia: Tahiti è la morte di questa competizione. Dopo averne presi sei dalla Nigeria, gli oceanici ne prendono dieci dalla Spagna. Secondo alcuni gli iberici avrebbero dovuto fermarsi senza infierire. Sempre secondo alcuni farne dieci è irrispettoso e si rischia di mortificare la squadra. In realtà gli spagnoli si sono fermati, ma i tahitiani erano perfino più fermi di loro, quindi gli altri gol sono arrivati per inerzia. Inoltre tirando fuori a porta vuota non fai un favore a Tahiti, anzi. E anche sparare fuori un rigore non è stato un manifesto alla sportività. La sensazione è che i vincitori della coppa delle nazioni oceaniche (chiamarla solo Coppa d’Oceania come fanno tutte le altre era brutto) saranno utili in questa rassegna solo per decidere il capocannoniere del torneo. I primi tre nella classifica cannonieri sono infatti tre attaccanti che hanno affrontato Tahiti: Torres (quattro gol, più il rigore calciato alla cazzo di cane), Villa e Ouduamadi (tre gol).
http://youtu.be/uKzF2Cy3nbw
Per sapere quanti ne faranno Cavani, Forlan e Suarez bisognerà aspettare domani. Nel frattempo l’Uruguay si è praticamente assicurata un posto in semifinale battendo la Nigeria nello scontro diretto. Il 2-1 finale porta le firme di Lugano, Obi Mikel e Forlan, che imita Pirlo e segna nel giorno della centesima presenza con la maglia della Nazionale. Adesso gli africani devono battere la Spagna e sperare che l’Uruguay non vinca contro Tahiti. Non so quale dei due eventi sia più inverosimile.