Il Bayern Monaco ha vinto lo scudetto. La vera notizia è che il loro campionato è iniziato più o meno quando è iniziato il nostro, ma si sono fermati un mese per le vacanze di Natale (scartare i regali quando si guadagnano svariati milioni di euro può richiedere parecchio tempo). Quindi il Bayern Monaco ha vinto lo scudetto con due mesi abbondanti di anticipo. I veri esperti italiani del pallone, quelli che davanti a una birra al bar sanno sciorinare analisi tattiche che in confronto Arrigo Sacchi e Fabio Capello sono autoferrotranviari al dopolavoro ferroviario, hanno subito pensato “che campionato mediocre quello tedesco. Il Bayern gioca praticamente da solo”. Ah, quanto amore per questi espertoni.
Lo stesso discorso si è sempre fatto per la Liga, nella quale – sempre secondo gli espertoni che nel frattempo sono alla seconda pinta – ci sono solo due squadre: Barcellona e Real Madrid. Le altre sono scarsissime. Quest’anno c’è l’Atletico Madrid che fa loro compagnia, ma poi? Il vuoto, tutte squadre che lottano per non retrocedere. Dalla quarta all’ultima contano tutte lo stesso tanto. Ovvero nulla.
La Premier poi? Che bel campionato la Premier, ma le difese sono quello che sono dài. Gli scontri diretti finiscono 6-0 o 5-1 e allora di cosa stiamo parlando? Bell’atmosfera, gli stadi sono belli per carità, ma poi basta. Non c’è tattica, non c’è cultura della difesa. Quest’anno è avvincente ed emozionante, tante squadre lassù che teoricamente potrebbero vincere lo scudetto: Chelsea, Manchester City, Liverpool. Però non c’è paragone con il campionato più bello del mondo: il nostro.
Gli esperti italiani del pallone. Quanto sono intelligenti! Loro pensano che il campionato italiano sia ancora competitivo, che sia il più difficile perché il più tattico e con le migliori difese al mondo. Che simpatici questi espertoni fermatisi al 2003.
Si dimenticano che qui, esattamente come in Germania, c’è una squadra che fa il campionato da sola: la Juventus. Quella stessa Juventus che è anche l’unica squadra nelle coppe europee, ma la coppa europea in questione è l’Europa League. Dalla Champions infatti è stata cacciata a calci nel culo in un girone che ad agosto tutti davano per semplice e che la Juventus ha reso incredibilmente difficile, con il Real Madrid avversario inopinabilmente insuperabile, ma con Galatasaray (Turchia) e Copenaghen (Danimarca. Cioè cazzo realmente esiste il calcio in Turchia e Danimarca?) diventate ostacoli insormontabili per la super Juve.
L’unica italiana in Europa perché le altre sono uscite più o meno mestamente. Il Milan, il peggior Milan della storia, credeva realmente di poter passare il turno contro l’Atletico Madrid che in patria se la sta giocando con Real Madrid e Barcellona. Il Napoli – seconda forza del campionato scorso – è stata sfortunatissima nei gironi di Champions League: è infatti uscita dalla con gli stessi punti di Arsenal e Borussia Dortmund. Che sfiga eh? E poi si fa eliminare dal Porto in Europa League senza quasi mai tirare in porta in novanta minuti. La Lazio poi! Non parliamo della Lazio. Vincitrice della Coppa Italia presa a testate nei denti in Europa League dal Ludogorets. Avete presente il Ludogorets? Ecco, appunto, neanche io. Il Ludogorets è quella squadra che ne ha preso tre in casa dal Siviglia, una di quelle squadra mediocri della Liga, sempre secondo gli espertoni ormai ubriachi fradici di birra. L’Udinese, ah l’Udinese. Che modello di calcio l’Udinese, vero? Trova sempre giovani interessantissimi, li rivende e nonostante tutto arriva in Europa. L’Udinese è prorprio una grande squadra. Non passa neanche i gironi di Europa League, nei preliminari di Champions colleziona figure di merda, ma che virtù! Bilancio a posto e tante belle idee. Se non fosse che nel ranking ci stanno sorpassando anche Portogallo e Olanda sarebbe veramente un gran modello di calcio.
Ecco, cari espertoni, lasciate che vi dica una cosa: il calcio italiano fa cagare. Abbiamo gli stadi più brutti e vecchi del mondo sui quali le società pagano l’affitto al comune: follia. In Spagna l’Athletic Bilbao aveva uno stadio che al confronto di quelli italiani era il Maracanà. L’ha buttato giù e l’ha rifatto, più bello. Perché ormai stava diventando vecchio e obsoleto. Mentre in tutta Europa lo stadio in affitto rappresenta una bruttissima eccezione, in Italia accade esattamente il contrario: le società con uno stadio di proprietà o con anche solo un progetto di Stadio sono evento rarissimo. Allo stato attuale solo la Juventus può vantarsi di un impianto personale. La Roma ha appena presentato il proprio stadio. Dalle altre parti è buio pesto.
La Germania, dove il Bayern gioca da sola, ha dato agli ottavi di Champions League quattro squadre (su quattro qualificatesi ai gironi) e due sono passate ai quarti. Il fatto che la finale dello scorso anno fosse tutta tedesca è un caso eh. La Spagna ne ha dato tre agli ottavi, e tutt’e tre sono ai quarti. Senza contare le due ai quarti di Europa League. L’Inghilterra ne ha dato tre agli ottavi e due sono ai quarti, nonostante sia una delle peggiori annate per il calcio inglese in Europa.
In Italia siamo poveri, molto poveri. E quando si è poveri ci sono due alternative: far funzionare il cervello o prendere gli scarti delle grandi d’Europa. Cosa pensate sia stato fatto in Italia? Il Borussia Dortmund è arrivato in finale di Champions League dopo aver vinto due campionati consecutivi senza fare acquisti faraonici, semplicemente usando il cervello. L’Atletico Madrid è arrivato al top in Spagna senza acquisti faraonici (ma anzi con la cessione eccellente di Falcao) semplicemente usando il cervello. L’Inter e il Milan sono nel loro periodo peggiore perché non hanno mai, dico mai, usato il cervello nell’ultimo lustro. Si lanciano pochissimi giovani e si prendono i vecchi dal nome conosciuto, quello capace di riempire la bocca, che arrivano in prestito gratuito. Gran colpo il prestito gratuito, giusto? Sbagliato! Voi dareste qualcosa di realmente importante in prestito per sei mesi o un anno? Ecco, appunto.
Gli ultimi veri acquisti del calcio Italiano sono stati Ronaldo all’Inter e Rivaldo al Milan. Da allora sono arrivati solo giocatori nella lista cessioni del proprio club di appartenenza. Nessun club italiano può sperare di andare a bussare la porta di un top club Europeo e scippare uno dei migliori giocatori. Impensabile. Così come è impensabile che un top player voglia venire in Italia se già gioca in un top club europeo. Il calcio italiano è molto più in crisi di quanto gli esperti di malto e luppolo al bar possano anche solo realizzare.