Non è un fottuto annuncio da cerchiare in rosso. Non fa ridere. Qui non ride nessuno. Io non rido. Ho una paura matta . Dovreste avercela anche voi. Il punto è quante volte desideriamo morire. Io ci ho pensato seriamente. Mangiavo spaghetti al pomodoro. E pensavo. Una volta basta e avanza. Il pomodoro ad esempio lo abbiamo fatto a pezzi, dunque accoltellato ,dunque soffritto ,dunque schiacciato in padella , dunque preso a palettate , dunque divorato. Ma non frega a nessuno . Perchè è un pomodoro. Pensiamo al maiale allora. Al cavallo. Ai pesci. Ai cani. Chiediamoci se è nato prima l’uomo o la gallina. Focalizziamo per un attimo la fine che farà il nostro corpo dopo la morte. Io l’ho fatto. E sono giunto ad una conclusione. Non voglio essere seppellito né cremato. Seppellito equivale ad essere divorato dai vermi . Lentamente. Come quando si ossigena il vino e ci si sente fighi. “Mangiate perchè un giorno verrete mangiati”. Fanculo! Tanto vale non mettersi l’abito migliore. La cravatta migliore. Tanto vale apparecchiare il proprio corpo con quella carta usa e getta che usano le trattorie di Sferracavallo. E fare pagare il coperto. Due euro a verme.
Cremato è ancora peggio. Pensate ad un russo dal naso rosso cremato.
A parte il suono carino che le parole russo e rosso , messe insieme, producono, è veramente una schifezza. Come un polaretto appiccicoso che si scioglie in mano. Ma aldilà dei russi-rossi, il sottoscritto, non vorrebbe assaggiare le fiamme rosse dell’inferno ancor prima che Dio padre avanzi qualche richiesta importante. Perchè anche chi non crede deve avere fede. E non è finita qui. Metti caso . Ti cremano. Così. Senza chiedertelo. Perchè il padre fa il pasticcere o perchè le bare le hanno spedite tutte in Colombia per un carico di coca. Ti bruciano .Ti spolverano . Ti chiudono dentro un vaso. Come un pezzetto di carta qualunque o un mazzo di chiavi che non servono o un elastico giallo o un bottone o le 500 lire di una volta o l’ immagine di un santo protettore di tutti i vasi. Poi che succede? Tutto qui ? No. Nella migliore delle ipotesi ti affogano. Ti gettano in mare. Come esca. Come quel verme che dovrebbe mangiarti se fossi seppellito. Così che mescoli i tuoi muscoli inceneriti alla sabbia del fondale marino bluastro. Che nessuno ti vede. Il pesce-stronzo. L’ultima invenzione.
No. Ho deciso. Preferisco la plastinazione dell’anatomopatologo tedesco Gunther Von Hagens. Gli porgo i miei omaggi . Lo ringrazio in anticipo. E gli offro il mio corpo per abusarne dopo la morte e farne dell’ Arte che si rispetti . Divorata dalla critica, ma non dai vermi .