Tornano i Coheed and Cambria con un nuovo lavoro, “The Afterman”, progetto diviso in due capitoli: il primo “The Afterman: Ascension” in uscita domani, e “The Afterman: Descension” previsto per il Febbraio 2013. Prima di parlarne è però doverosa una specifica: avendo comprato, così come per “The Hunter” la “Super-mega- Gesù m’invidia-extrafiga-limited edition” avevo diritto al download gratuito dal 9 Ottobre, ma essendoci un ritardo di una settimana nella spedizione del pacco, la band ha deciso di concedermi il download in anticipo, come “risarcimento” al ritardo (mi hanno pure inviato una mail di scuse, ma che figata!); detto ciò, possiamo cominciare.
Anche “The Afterman: Ascension” è un concept-album, ma se tutti i precedenti si concentravano sulla “Amory Wars”, questo nuovo lavoro apre una nuova saga, dedicata a Sirius Amory (lo scienziato – già presente nella saga precedente, basta vedere il nome) e alla scoperta dell’energia che collega i 78 pianeti del “Heaven’s Fence” (l’universo parallelo in cui la band ambienta le sue storie).
Dopo l’intro “The Hollow”, ci troviamo davanti al primo singolo estratto: “The Key Entity Extraction I: Domino the Destitute”, brano molto potente ed elaborato di quasi otto minuti; questo pezzo, nonostante la sua evidente lunghezza non risulta mai noioso, ma anzi prende l’ascoltatore e lo trascina in un vero e proprio vortice sonoro senza possibilità di uscita. Subito dopo c’è la Title-track, “The Afterman”, una canzone molto intensa che, personalmente,mi provoca ad ogni ascolto la pelle d’oca: musica praticamente perfetta e testo particolarmente intenso.
L’album scorre in modo molto piacevole, grazie alla totale complementarità delle chitarre del duo Stever-Sanchez, ed alla perfetta sezione ritmica creata dal rientrante batterista Josh Eppard e dal nuovo bassista Zach Cooper (a dir poco mostruosi in “The Key Entity Extraction IV: Evagria the Faithful”). Andando avanti con l’ascolto, salta sicuramente all’orecchio “The Key Entity Extraction II: Holly Wood and the Cracked” sia per la sua strofa molto compatta e sincopata, sia per il suo ritornello molto aperto e melodico. Il tutto si chiude con l’ultima perla, “Substraction”, altra ballad, con alcuni sprazzi di elettronica, che fa capire in pieno le potenzialità, per chi ancora non le avesse capite, di questa band e del già citato Claudio Sanchez.
In breve siamo davanti a quello che senza ombra di dubbio è uno dei lavori migliori del 2012 (se non IL migliore): unisce tutte le “fasi evolutive sonore” del quartetto newyorkese, dalla grinta dei due capitoli di “Good Apollo, I’m Burning Star IV” alla dolcezza di “Year of the Black Rainbow”.
Non fatevi scappare quindi questo “The Afterman: Ascension” in attesa del secondo capitolo della storia in uscita a Febbraio 2013.
Io invece aspetto solo che mi arrivi la limited, perché una roba del genere va gustata in pieno!
http://youtu.be/CRoN4_kG6XM