Non so da dove cominciare. Ok, ci sono. Credo che Ettore Giuradei meriti le mie più sentite scuse.
Chiedo scusa a questo giovane , ma immenso cantautore, nato a Brescia nel 1981, perché – ammetto – non lo conoscevo affatto.
Gli chiedo scusa perché merita di essere raccontato, anche se alla nostra maniera. Tipi come lui, infatti, immagino che vogliano stare un po’ nell’ombra. Sono quei menestrelli passati e moderni, inconsapevoli e geniali all’unisono. Giullari d’altri tempi.
Ettore Giuradei ha già all’attivo tre album splendidi: “Panciastorie” (2006), “Era che così”(2008) e “La repubblica del sole” (2010).
E’ un amante delle parole. Penso che le ami. Penso che di sera, prima di dormire, faccia con loro l’amore due o tre volte e poi le tenga per mano, fino al risveglio. Penso che al mattino poi , si perda nel vortice delle passioni sonore e le fa sue nel pomeriggio, quando inizia a comporre. Sono solo pensieri.
Ma Ettore inventa storie e trasmette sensazioni. Ha un’ impronta teatrale non indifferente. Credo che in parte egli deve questa sua formazione alla compagnia “Teatro distratto” con cui lavorò attivamente nel 2001. In parte agli incontri che ha fatto nel corso della sua vita. Le persone che incontriamo ci cambiano. Ma soprattutto credo che egli deve questo dono, a se stesso. Alla cultura che incide nelle sue canzoni.
L’ album “La repubblica del sole” è un buon caffè fatto in casa. Nella moka. Come lo fa mamma tua. Il caffè a cui non rinunceresti nemmeno per una buona musica artificiale o caffè da bar.
Le sue sono canzoni rassicuranti. Le orecchie stanno serene. Non vengono sconvolte da ritornelli che soffrono o da parole ad incastro. I suoi versi scorrono. Le sue melodie si gustano a poco a poco. E ti entrano in testa. E piacciono.
Il Signor D adora tra le canzoni del bravo cantautore “Strega”, “La zingara” e “La repubblica del sole” e consiglia di dare un’occhiata ai video, per innamorarsi di questo personaggio e artista.