Ironico l’ album di Daniele Silvestri,ma non solo.Quindici brani che dicono tanto .Il primo che vi indichiamo è appunto “Lo scotch”. Esso prova ad incollarci fuori e dentro al traffico delle belle vie musicali. Prova a tenerci lontani dalla cagnara che non serve e al contempo ci fa vivere quel bel pandemonio delle giusta mescolanza. E’ lo scotch o qualcosa di simile che tiene unito il mondo così precario per dirla alla Silvestri. “Precario è il mondo ” è,infatti, il titolo di un’altra canzone che compare in uno dei sottolivelli di questa deliziosa scatola cinese del cantautore romano. Questa è forse la più conosciuta ad oggi dell’album probabilmente per l’ascolto mediatico a “Vieni via con me ” programma-verità di Fabio Fazio e Roberto Saviano.”L’appello” a differenza di quanto la ballabilità del brano possa far pensare, è una canzone tragica in cui il bravo cantautore prende le sembianze di Salvatore Borsellino e va alla ricerca del fratello Paolo. Lo fa rivolgendosi a “chi l’ha visto” come se l’intervento televisivo fosse l’unica arma in suo possesso , giustizia inclusa. Per i siciliani è come ascoltare “Vitti ‘na crozza” di Rosa Balistreri : testo orribile,musica allegra con la differenza che nella canzone di Silvestri spaventa più quello che non viene detto. “Ma che discorsi” è la sentimentale che non manca mai se conoscete il soggetto. Una di quelle canzoni vere di cantautori veri che sopravvivono ancora alla mediocrità esplosiva della musica contemporanea.Occorre poi citare “Io non mi sento italiano” omaggio a Giorgio Gaber, artista completo che la musica e il teatro e il mondo dello spettacolo tutto ha perso il 1 Gennaio del 2003. Infine concluderei con “La chatta” parodia della canzone “La gatta” patrocinata dalla stessa voce di Gino Paoli al quale è stata chiesta una sorta di benedizione.Sta tutta qui la grandezza di Daniele Silvestri. E’ sempre rimasto umile. Ha sempre dimostrato rispetto verso quel pubblico buono e guidato quello meno buono verso il recupero di una memoria musicale importante.
Per l’anima e la crescita di ognuno di noi e anche per una bella sbronza: S. C.O.T.C.H !
“Sta tutta qui la grandezza di Daniele Silvestri. E’ sempre rimasto umile”
Non sono d’accordo. L’umiltà è sopravvalutata, e la grandezza di Silvestri è dappertutto. Nei testi, nelle musiche, nel ritmo, nel suo modo di raccontarsi e quindi raccontarci. Nella scelta delle frasi, delle parole, perché non siano banali, non siano retoriche e siano sue.
Daniele Silvestri è un cantautore dei suoi tempi. Nella vecchia generazione abbiamo avuto Guccini, De André, Gaber, De Gregori. Ora abbiamo Silvestri (e Cremonini, Bersani, Carmen Consoli). Forse neanche ce lo meritiamo, Silvestri.
Scientificamente parlando…
Cremonini : cantautore = pene : Rocco Siffredi
riformulo tanto x precisare …
Cremonini: cantautore = il mio pene : Rocco Siffredi