Non sono un suo parente, ma lo fermerei per strada oggi stesso (…lui capirà) per dirgli ciao Simone, non so tra vent’anni, ma per il momento sei uno dei miei cantautori preferiti. Probabilmente si farebbe solo una risata, mi direbbe “che stai a ddi?!” rischiando un vaffa. In attesa di incontrarlo di persona, “in giro per le vie della città per due boccate di felicità”, l’ho intercettato nel regno di Zuckerberg (e questo per chi mi conosce la dice lunga su quanto apprezzi Simone Avincola!) e gli ho fatto alcune domande, come ad un amico:
Quando nasce la passione per la scrittura?
Ho sempre scritto, sin da piccolo, rinchiuso nella mia camera o tra le mura del mio cortile. La mia passione per la scrittura è un modo per parlare a me stesso. Accadono dei momenti in cui le parole e la musica mi vengono a cercare, mi danno una pacca sulle spalle ed è difficile non voltarsi e non ascoltare cosa hanno da dirmi.
Quali sono i tuoi cantautori di riferimento?
Non ho cantautori di riferimento, sarebbe riduttivo seguire le orme di qualcun altro. Diciamo che ho imparato, attraverso l’ascolto dei “grandi” come Guccini, Rosso, De Gregori, un modo non banale per raccontare e raccontarmi.
Cosa puoi dirmi del tuo rapporto con Roma?
Io sono innamorato della mia Roma. Non a caso nel mio ultimo disco ne parlo molto, nel bene e nel male. Un rapporto di amore e odio per quella che secondo me è la città più bella, magica e misteriosa del mondo. Troppe volte però la vedo “violentata” da un turismo forzato che tende a non valorizzare quelle che sono le zone più suggestive. Per questo in molte mie canzoni faccio riferimento ai quartieri popolari, ad esempio, dando loro una piccola visibilità. E poi io abito alla Garbatella, piena di colori e gonfia di storie e personaggi.
Il tuo ultimo disco ci piace! E’ un nuovo inizio?
Decisamente sì. Così canterò tra vent’anni (2014) è un modo per mettere un punto. Ringraziare quelle che sono le canzoni che ho scritto negli ultimi quattro anni, inchinarmi e andare avanti. In questo senso un ringraziamento particolare voglio farlo a Freak Antoni. La sua voce e le sue parole, geniali come sempre, nella canzone che dà il titolo al disco, le terremo sempre nel cuore.
C’è una canzone a cui tieni particlolarmente?
Non credo. Tutte sono un po’ una parte di me, ma è anche vero che esistono canzoni che mi emozionano più di altre non appena le canto ai concerti. Tra queste, sicuramente “La Voglia” che Edoardo De Angelis, produttore artistico del disco, ha voluto assolutamente all’interno dell’album.
p.s E allora noi la consigliamo vivamente agli amici di TrashicMagazine, insieme ad altri due brani(almeno) che hanno fatto breccia nel cuore del Signor D: