Esistono film belli e film brutti, ma c’è anche una terza categoria, quella dei film che io chiamo “svizzeri”, cioè quelli incapaci di provocare la benché minima emozione e che sono così insapore da non essere definibili né come buoni né come complete ciofeche. Uno di questi è “Capitan Basilico” del 2008, diretto da Massimo Morini. Il film è incentrato sulla ricerca dell’ omonimo supereroe ligure dato per disperso subito dopo la misteriosa sparizione dei monumenti più importanti della regione (ad opera della sua ex fidanzata Regina – interpretata da Giorgia Wurth) . Sarà compito della band “Buio Pesto” (esistono davvero, non è un gruppo fittizio) trovare il supereroe e nel frattempo sostituirlo con uno dei loro coristi che ne è il sosia ideale. Il film non ha grossissimi problemi di inquadrature ardite, ma di copione: molte delle presunte gag non sono nient’altro che battute da prima elementare (no dai, facciamo da quarta…) che tendono a ricalcare sempre i soliti inflazionatissimi canoni (vedi corista omosessuale). Un altro stereotipo perpetrato durante la pellicola è quello secondo cui la donna quando si convince di una cosa non c’è nulla che possa farle cambiare idea anche a costo di distruggere la Terra, o in questo caso, la Liguria.
Oltre a citare innumerevoli altri film (Star Wars su tutti) “Capitan Basilico” presenta un numero altissimo di special guest tra cui Elio e le Storie Tese, Giorgio Faletti, Fausto Brizzi, Enrico Ruggeri, Er Piotta ma soprattutto Attilio Lombardo (anello di congiunzione tra l’uomo e il fiammifero).
Bisogna dire che non essendo ligure sicuramente molte battute e riferimenti non li ho potuti cogliere, come ad esempio i dialoghi dei due anziani genovesi che commentano le notizie su Capitan Basilico. Ma non credo sarebbe cambiato molto.
Una pellicola che non dice nulla: “svizzera”. Da vedere solo se l’unica alternativa è quella di fissare un muro per più di un’ora (e anche di questo non sono sicuro).
Consigliamo della pasta al pomodoro, perché si sa che con due foglioline di basilico, è la morte sua.