Non so ancora cosa mi abbia spinto a vedere un tale orrore: gli slogan promozionali (“paura lana vergine” e “cielo a pecorelle, sangue a catinelle”) e un trailer degno di Maccio Capatonda avrebbero dovuto farmi desistere. Invece no.
“Black Sheep – Pecore assassine”, è un film neozelandese del 2006 del regista Jonathan King; narra la storia dei due fratelli Oldfield, Angus e Hanry. Il secondo è afflitto da ovinofobia, il primo è invece un allevatore di pecore che, nella speranza di creare l’esemplare perfetto, non disdegna le modificazioni genetiche.
Sarà (ovviamente) proprio a causa di queste che gli ovini diventeranno aggressivi, iniziando a mordicchiare umani, che in seguito ad un principio che mi è ancora poco chiaro, si trasformeranno in pecore. E’ compito di Hanry, della fricchettona Experience e di Truck fermare questa ovinepidemia.
Il film che in teoria dovrebbe essere un horror, risulta essere un concentrato di risa più o meno cercate, con scene indimenticabili (vedasi evirazione pecorina), amori malsani, interpretazioni a dir poco approssimative, punti in cui la trama perde totalmente qualsiasi legame con la logica e un finale da rivedere più e più volte per morire, non di paura ma di risate. Siamo di fronte al più classico esempio di film squallido da vedere in compagnia di tanti amici, perché il divertimento è assicurato.
Per accompagnarlo consigliamo arrosticini rigorosamente di pecora (rigorosamente abruzzese), ma prima di mangiarli assicuratevi che non siano infetti!
http://youtu.be/7wl2TOaTnAg