Cosa può spingere un metallaro come me a vedere un film incentrato sulla musica elettronica? Cosa spinge un metallaro a guardare “Interstella 5555”? Potrei sciorinare vari fattori: gli elevati consensi che il film ha ricevuto al Festival di Cannes, il fatto che i Daft Punk riescano ad inserire virtuosismi con strumenti canonici del Rock (vedasi gli assoli di “Digital Love” e di “Aerodynamic”) nonostante facciano musica elettronica, i disegni affidati a quel genio assoluto di Leiji Matsumoto (autore, solo per citarne alcuni, di “Capitan Harlock” e “Galaxy Express 999”); ma in primis, avevo la febbre e tra i DVD di mio fratello era l’unico che non avevo ancora visto.
Un discografico terrestre va su un pianeta alieno a rapire una band di successo al fine di creare una nuova fortissima band sul nostro pianeta; sarà compito Shep, innamorato di Stella (bassista della band) salvare capre e cavoli.
Questo gioiellino del 2003 risulta gradevolissimo alla visione e le canzoni (interamente estratte dal lavoro del duo francese -“Discovery”- del 2001) ben si prestano alle immagini. Indubbiamente ci sono momenti, musicalmente parlando, non proprio di mio gradimento (come in “Superheroes”), tuttavia la trama avvincente risolve la situazione. Lo stesso duo francese si permette due cameo (non il budino) durante il film, sul finale e durante la premiazione dei “The Gold Records Award” (tra le nomination di “Miglior band dell’anno”).
Non siamo davanti ad un vero e proprio film, perché non c’è mai un dialogo, né di fronte ad un’ accozzaglia di videoclip buttati lì tanto per.
Si tratta semplicemente della fusione di idee ed immagini ad opera di un vero e proprio maestro del disegno ed una delle più acclamate band di elettronica contemporanee. Se pensate che “non è il vostro genere musicale”, seguite il mio consiglio: guardatelo dall’inizio alla fine, e solo dopo potrete dire se vi è piaciuto o no. Se è piaciuto ad un metallaro dalla scorza dura come me perché non dovrebbe piacere a voi?
http://youtu.be/mjli3hj0ZkM
