[Legerissimissimo Spoiler Alert, se non li avete visti non capirete niente, quindi leggete pure, sono solo impressioni personali. In caso contrario diteci la vostra.]
Sono favorevolmente colpito dalla nuova frontiera del cinema mainstream. In mezzo ad infiniti sequel, reboot e trasposizioni prive di idee, questi tre film si sono dimostrati più coraggiosi di altri. La nuova frontiera del cinema a quanto pare è la speculazione esistenziale, che è non più catalizzatrice ma assoluta protagonista. Il cinema non racconta, si pone delle domande: GRAVITY, LUCY, INTERSTELLAR sono tutti figli di “2001 Odissea nello spazio” a modo loro. Figli lontani e molto diversi, condividono col papà la voglia di andare oltre. Verso l’ignoto, verso una nuova regia.
GRAVITY è il più lontano da Kubrick. Non è un film, ma un’esperienza. Chi lo misura con le stesse unità di Via col vento e di Fight Club – mi perdoni – non ha capito molto. Gravity si intitola Gravity e non Metafisica della solitudine siderale o Apologia di Sandra Bullock che si spara le pose né I WANT TO BELIEVE.
La tesi del film era semplice, lo svolgimento perfetto: la gravità è la nostra bussola, la gravità è rassicurante, se ci manca la gravità sono cazzi per tutti. Perfetto, niente di più niente di meno.
– Dice che è noioso, non l’hanno mica capito tutti Alfo’ quello che volevi di’!
– C’ho pijato l’oscar, che me frega. Mo faccio n’altro Erri Potte’!
– Bravo Alfo’
– Grazie
LUCY di Luc Besson è un film d’azione troppo vanaglorioso. Besson dà il meglio di sé quando bisogna riprendere Jean Reno con la barba di una settimana. Qua invece scandaglia i misteri della mente umana e il risultato è un po’ meh. Cosa succede se il nostro cervello utilizza il 100% delle proprie potenzialità? Non perdiamo i capelli e diventiamo un pennino usb!
– Bravo Luc, ma di che marca?
– Di quelli che pagano di più: ça va sans dire!
-Bravo Luc!
– Grazie!
INTERSTELLAR, è il più vicino a 2001 Odissea nello spazio, per diversi motivi.
Interstellar è un film: non ha scopi didattici e non è un esercizio di stile (a differenza di Gravity). Si parte da FATTI scientifici per proporre ipotesi assolutamente fantasiose e romantiche ma altrettanto verosimili, accompagnando il tutto con un ecosistema grafico suggestivo fino alle lacrime e (non lo dico io) attendibilissimo.
Un astrofisico potrebbe eiaculare una decina di volte durante la proiezione.
Io da assoluto nabbo sono stato sopraffatto dalla bellezza puramente estetica di alcune ricostruzioni: il wormhole, il buco nero, sono teorie matematiche riportate in tre dimensioni sul grande schermo, e sono magnifiche. Volevo piangere.
Matthew MacComeminchiasiscrive mi è parso un po’ sottotono (la sua migliore interpretazione resta KILLER JOE, ok il Dallas Buyers Club, ma Friedkin non si batte!) e Matt Damon è sgamatissimo. Il negretto, lo sappiamo tutti, è lì per morire e Anne Hathaway non è male, come sempre.
In sintesi: non entusiasmarsi è un peccato. Il plot presenta qua e là qualche accelerazione inaspettata, ma niente di grave, credo che tutto si sarebbe risolto con un’oretta in più di film, (non scherzo, manca qualcosa e si vede) o si risolverà col director’s cut.
-C’è qualche buchetto qua e là eh però Chriss! All’inizio pare tajato col machete.
– Poi pareva Balla coi Lupi.
-C’hai regione. Bravo Chriss
-Grazie!
(qui sotto un fisico dice che Sì, Interstellar è più accurato di quanto crediamo)
Ci sono quattro casi in cui è lecito non apprezzare questo film:
NUMERO 1- tu sei Stephen Hawking: elettroni e positroni non hanno segreti per te, e le cinque dimensioni? il wormhole? andiamo, dimmi qualcosa che non so! Booooring!
NUMERO 2 – tu sei Batman, e la tua è solo invidia
NUMERO 3 – tu spendi 8 euro ogni anno per guardare NATALE A “RANDOM” e lo hai visto solo perché è il regista di Batman!
NUMERO 4 – Tu sei un po’ sciiieeemo! Capita: è la legge di murphy.
[se sei BATMAN scusa 🙁 ]
(per la visione di Gravity consigliamo pacco maxi di caramelle POLO e cioccolata calda.
per Lucy: banane.
per Interstellar: polenta, corn dog, e pannocchia bruciacchiata)