Vi abbiamo detto, in passato, che un sequel è spesso una zozzeria. Questa volta dobbiamo cospargerci il capo di cenere perché il film di cui vi parliamo oggi non solo è il seguito di un capolavoro del trash, ma forse è anche meglio del primo!
“Sharknado 2: the Second One”è un film del 2014 diretto da Anthony Ferrante con Ian Ziering (che interpreta il nostro amato Fin), Tara Reid (sempre nei panni di April), Vivica Fox e Mark McGrath (cantante dei sempre-nei-nostri-cuori Sugar Ray). Sia chiaro; quello che vi abbiamo detto è solo la punta dorata dell’iceberg che rappresenta il cast di questa pellicola, infatti abbiamo delle apparizioni speciali che vi faranno già capire che questo seguito merita, anche più del primo, il premio Oscar ad honorem. Andy Dick, Kurt Angle (medaglia d’oro alle olimpiadi di Atlanta ’96 ed unico wrester ad aver vinto tutti i titoli in tutte le federazioni), Kelly Osbourne, Will Wheaton e Billie Ray Cyrus (padre della celebre Miley) sono solo alcuni dei cameo celebri.
Il film inizia su un volo di linea da Los Angeles a New York che viene attaccato da degli squali trasportati dal vento e dalla magia di questa pellicola. Durante l’attacco un dannato squalo mangerà la mano ad April (che da quel momento in poi farà solo battute inerenti alle mani, dimostrando che a lei l’handicap fa una pippa); Fin fa atterrare l’aereo e tutti si chiedono dove abbia imparato.
Giunti alla Grande Mela la situazione è critica: due sharknado (che poi diventeranno tre) stanno per incontrarsi a e potrebbero distruggere Manhattan; sarà compito del nostro eroe fermarli e allo stesso tempo salvare la sorella, i nipoti, riappacificarsi con il cognato e dire alla sua ex che non c’è trippa per gatti (e perché no fare delle simpatiche amicizie con dei tassisti).
Il film è perfetto sotto ogni punto di vista. La recitazione è statuaria: non vi è mai un cambio di espressione nel volto dei protagonisti come solo le brave sculture fanno ( i migliori attori sono i giornalisti televisivi che descrivono costantemente le variazioni climatiche che stanno colpendo la città) i dialoghi sono talmente vari e poco connessi tra loro che invece di confondere la visione la rendono appassionante non facendoti mai capire quale sia il genere della pellicola.
Gli squali, protagonisti assoluti, vengono tagliati in due dalla ormai classica motosega, squartati a colpi di spada (dando così alla pellicola quel tocco alla history channel che mancava) e a colpi di mano-sega circolare (inserendo anche quel briciolo di fantascienza e citazionismo che tutti aspettavamo) e sono veramente realistici! Quando mangiano facce, salgono per le scale, volano stando per ore in aria senza acqua ma sopravvivendo lo stesso non hai mai l’idea che sia una stronzata abominevole, perché capisci che questi squali sono così perfetti che si possono permettere tutto questo e non solo, possono anche prendere fuoco e continuare a sopravvivere per lunghi minuti!
Arriviamo agli aspetti tecnici. Anche questi sono impeccabili: la mano tremante perenne del cameraman, il montaggio casuale, il clima atmosferico che cambia tra una scena e l’altra e i suoni a volumi spropositati fanno sì che il visionatore abbia una continua sensazione di ansia che non lo abbandona mai, in modo da aumentare il pathos del film. Ma non dimentichiamo i dettagli: gli squali che nuotano in 15 cm d’acqua, i capelli assolutamente immobili degli attori durante le scene girate in piena tempesta, tutto è curato nei minimi particolari per diventare un megacult!
Un film imperdibile che dovete vedere a tutti i costi mentre sorseggiate brandy davanti ad un caminetto in palandrana e pantofole di renna mentre mangiate del pesce spada. Immaginate che sia squalo, in alcuni ristoranti potrebbe anche esserlo: costa meno ma il colore è lo stesso.
Siamo già arrivati al secondo. Aspetto il terzo per guardarmeli tutti di fila in maratona notturna
Luglio 2015 sancirà la fine della trilogia