Avevamo già parlato delle potenzialità del web 2.0 recensendo “Homo Interneticus” (PianoB edizioni) saggio cinico a tratti filo-luddista del giornalista statunitense Lee Siegel. Altro è stato scritto sul tema ma in pochi hanno analizzato il fenomeno da un punto di vista prettamente “politico”, ed è un peccato perché social network ed elezioni andranno sicuramente a braccetto nel futuro prossimo.
Profetico è dunque Francesco Pira con il suo La Net Comunicazione Politica (FrancoAngeli Edizioni) presentato qualche giorno fa @Camera dei Deputati (io, incredibilmente, c’ero).
Sorvolando sulle personalità (di spicco) presenti in qualità di moderatori e tra il pubblico (io ero ovviamente il più sfigato, e per di più l’unico pezzente senza cravatta), interessantissimi sono stati gli spunti emersi durante l’analisi del testo.
Sconcertante invece l’esiguità di contenuti espressa dalla rappresentanza politica presente che anche su temi di pura sociologia e statistica (nonostante l’ambiente pacifico e ovviamente privo di contraddittorio distruttivo) non riesce (ormai per abitudine) ad esprimere concetti differenti dalla mediocre e macchècenefregaanoi aria fritta. Dinosauri. Illuminanti invece le considerazioni dei professori, giornalisti ed esperti accorsi a dar manforte al collega Pira e ad un tomo tutto da studiare che coglie un aspetto (fortunatemente per noi, forse) ancora sottovalutato dai tristi “Matusa” di Montecitorio.
L’intento de “La Net Comunicazione Politica” è dunque svelare i più moderni approcci all’elettorato: attraverso esempi e statistiche accurate ed analizzate all’osso, viene infatti a galla il potere mediatico intrinseco ed ancora parzialmente inespresso del web 2.0.
“I Social Network sono funzionali se fanno parte di una strategia complessiva, perché tutti noi siamo dei nodi della rete che condividono informazioni e generano contenuti. La politica se vuole esserci deve comprendere le regole del gioco ed essere preparata anche a combattere le calunnie, come sta facendo Barack Obama negli Stati Uniti” interviene l’autore .
Non si tratta dunque di raggiungere il maggior numero possibile di “amici” su Facebook o di “followers” su Twitter, ma di “fidelizzare” l’utenza creando un rapporto di scambio reciproco di idee, che si trasformi in azione ed elettorato sicuro. Il “come” è da leggere.
Il libro di Pira è assolutamente innovativo, trasversale nello sciorinare verità (inconfutabili per studio statistico) in materia di giornalismo, marketing ed ovviamente sociologia.
Finito l’incontro ho la sensazione di aver assistito alla conferma in micro-scala della distanza siderale tra il mondo della Vera ed Approfondita indagine sociale, e quello di chi, pur rappresentando i cittadini, non ha né le capacità, né la voglia, né tanto meno il tempo di imparare (tempo che va impegnato per coltivare stantii rapporti clientelari che continuano ad essere, nel 2012, la base della nostra cosa pubblica di stampo mediocre – per non dire mafioso).
Uno studio, quello del sociologo Licatese, che è un’arma potente nelle mani di chi saprà sfruttarla al meglio.
Si spera che solo chi avrà voglia di rinnovarsi e di fare il bene del Paese ne trarrà i maggiori vantaggi lasciando indietro nella umidiccia polvere della mediocrità i cadaveri che, col culo incollato alla poltrona, continuano a masticare e sputare la solita aria fritta.