E’ un flusso di coscienza intimo a trasportarci nel distopico mondo di “Nessun Paradiso” di Enrico Piscitelli; un ermetismo onirico che ci mostra un’ Italia governata da un partito unico a cui tutti sono tesserati e placidamente asserviti.
Un mondo lontano anni luce dalla nostra iperdemocratica società caratterizzata da una informazione libera e priva di qualsivoglia influenza politica.
Tornando al libro, il capo del partito viene ucciso; questo big-bang narrativo dà il via (e fa da sfondo) ad una serie di eventi che porterà ad una dura ed universale presa di coscienza.
Il protagonista è benestante, vive di rendita e non ha motivi per contestare un mondo che gli ha dato comodi natali da latifondista borghese, tuttavia un’infanzia tormentata lo porta ad avere un punto di vista più critico e distaccato rispetto alla gente che lo circonda, ormai completamente lobotomizzata da una “tivì” corrotta e corrompente.
Tra problemi personali, dilemmi esistenziali e flashback si snocciola una trama a metà tra romanzo di formazione e di spionaggio, con alcuni spunti di riflessione interessanti e qualche colpo a sorpresa. A fare da scenografia: le calli e i ponti della Laguna, Gino Paoli, il Guggenheim e il Ghetto novo.
Un libro di filosofia politica, giocoleria sintattica e sociologia romantica.
Forse non esiste nulla per cui valga la pena combattere . L’amore. Forse.
http://www.roundrobineditrice.it/rred/scheda.aspx?bk=9788895731278/Nessun+paradiso/
se scrive Guggenheim
errata corrige … chiedo umilmente scusa Beth! c’hai reggione! Spero sia scritto bene Gino Paoli almeno!