Una delle cose preferite dell’essere umano è “antropomorfizzare” (probabile neologismo) quelle cose che di antropomorfo proprio nulla hanno. E allora parte la sfilata: Jonh Lemon, limone cantante assassinato; Mirtillo Benso conte di Cavour, mirtillo abile politicante; Giovanni Verza, verdura scrittore sgradito ai piccini e gradito ai grandi; e tutto il resto della frutta SSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSS (esselunga).
Ancora più divertente è quando l’antropomorfismo è esercitato su esseri viventi: cani vestiti come i Blues Brothers; scoiattoli che usano il Lato Oscuro della Forza; gatti che fanno foto col flash attraverso il mirino di un fucile di precisione.
Non so bene se dove voglio arrivare possa essere classificato come antropomorfismo, ma a naso, partendo da elementi del Creato meno complessi andando via via più su, questo mi pare ci stia.
Il bambino in questione non è stato costretto a nulla, anzi è tutto al naturale e si diverte tanto. Ma basta un ritocchino a diminuire la pendenza con cui scende il fiume del tempo, per dare al piccolo cucciolo di umano una risata da uomo adulto e non propriamente in possesso di tutte le sue facoltà psico-fisiche, come un Darth Vader che guarda un film di Mel Brooks dopo essersi fumato quel che è rimasto dall’ultimo viaggio ad Amsterdam. Grottesco, magnetico per occhi e orecchie.
D’improvviso ho perso qualsiasi desiderio di paternità futura.